Ferrovia in miniatura Conti , piccola Arte Lombarda (dal primo dopoguerra all'inizio degli anni 60), un blog sul Collezionismo dei trenini Conti (CO.MO.G.E.) ……….. e non solo ……. Arte, Storia e Cultura fanno da contorno ai nostri beniamini ….Vostri commenti e suggerimenti sono graditi e ci aiuteranno a migliorare il Sito…ed ora usa il motore di ricerca qui sotto immettendo un nome, una parola, un argomento e dai INVIO
Mondo Conti
MONDO CONTI
a cura di C.P
Conti è un mondo tutto particolare.
La casa Conti con il Marchio CO.MO.G.E. (Costruzione Motori Giocattoli Elettrici) ha le sue radici in Lombardia, prima a Milano, poi a Bollate.
Stabilimento in Bollate
Ha avuto una lunga tradizione nel settore del giocattolo sin dalla fine dell’Ottocento producendo giocattoli in legno e cartapesta.
Insieme ad alri marchi lombardi: Rivarossi, COS.MO., BRAL, Biaggi, PVZ ha lanciato in Italia il treno elettrico prima come giocattolo, poi come modello.
Per quei tempi, siamo negli anni cinquanta,
una assoluta novità che avvicinava in Italia la cultura del giocattolo e del modello a quella di altri paesi europei come Gran Bretagna, Germania, Francia ed oltre oceano Stati Uniti d’America.
Un salto di qualità passare dal cavallo a dondolo al treno elettrico.
Un fenomeno culturale poco considerato dai più, ma raffigurante in pieno il cambiamento in atto nella società italiana di allora.
Il trenino elettrico incominciava ad entrare nelle case degli italiani prima come giocattolo per i bambini, poi con gli anni, come passatempo ed hobby per gli adulti.
Soprattutto in Lombardia la casa produttrice Conti ha sparpagliato i suoi prodotti, le sue confezioni base composte da una piccola locomotiva a vapore, due piccoli carri merci, un circuito di binari, il tutto alimentato da un trasformatore a 5 watt o da una pila elettrica quadrata
di facile reperibilità nei negozi di elettricità dell’epoca.
Mentre negli anni sessanta l’Italia progrediva ed il boom economico faceva “Voolaree o o o ohhhhh” la sua economia, gli italiani cambiavano stile di vita.
Anche il mercato del giocattolo mutava con l’introduzione di materiali come la plastica al posto dei metalli e della latta.
La Ditta Conti, nonostante l’attribuzione di due “Pinocchio d’oro” negli anni 1959-1960, riconoscimento massimo per i suoi prodotti, incominciava ad incontrare sempre maggiori difficoltà, al punto di dover cessare l’attività.
Pian piano anche il trenino Conti scompariva dai giochi di grandi e piccini, in parte consumato dall’uso ed in parte dal mutare dei gusti condizionati anche dalla pubblicità.
Una piccola quantità, però, veniva riposta negli armadi, nelle soffitte, nelle cantine e dava luogo a quel particolare fenomeno carsico che dopo trenta anni faceva ritornare alla luce questi giocattoli non per la felicità dei bambini degli anni novanta, ma viceversa per una ristretta e raffinata cerchia di collezionisti adulti, i quali riscoprivano nei treni Conti quel fascino del giocattolo anni cinquanta, dato dalla imperfezione dei modelli, dalla fantasia del costruttore e soprattutto dalla nostalgia di tempi passati, dove sognare era la regola ed il futuro era pieno di speranza.
Da qui la riscoperta di un oggetto, raro nella reperibilità e di conseguenza costoso per chi si avvicina oggi a questo tipo di passione.
Nessuno dei bambini che sessanta anni fà giocava con questi piccoli treni avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbero diventati oggetti contesi da adulti.
Questi trenini infatti sono entrati a pieno titolo nell’antiquariato del giocattolo.