1° ottobre 1959
Dai muoviti che è ora
Non ci vado, non ci voglio andare
Con le buone o con le cattive tu ci andrai
E così, mentre io piagnucolavo, mio padre mi portò a scuola con l’unico mezzo che aveva: un motorino nero che sembrava più una bicicletta.
Arrivammo davanti alle scuole Tommaseo e a grandi spinte mi portò in classe.
Ma io non ne volevo sapere; avevo già deciso che in quell’aula non ci sarei stato.
Continuai a piangere coinvolgendo altri bambini.
La maestra disse a mio padre di portarmi fuori finché non mi fosse passata.
Sei brutta, la maestra è brutta ed ha anche i baffi; io con lei non ci sto
E qui volò il primo sonoro ceffone.
Uscimmo dall’aula e incontrammo un uomo che vendeva formaggi.
Se vuoi ti faccio salire sul mio camion e ti faccio suonare il clacson.
No non voglio perché tu sei grasso.
Anche l’altra guancia assaggiò quanto fosse pesante la mano di mio padre.
Attraversammo la strada, il vigile ci venne incontro.
Perché piangi bel biondino? Ti faccio usare il mio fischietto ma dimmi perché piangi?
Piango perché non voglio andare a scuola.
E perché non vuoi andare a scuola?
Perché la maestra è brutta, grassa ed ha anche i baffi.
Oh bella, ma chi è questo essere che ti spaventa così tanto, come si chiama la tua maestra?
Gli dissi il nome ………E…… P…….. F…….Era sua moglie!!
Arrivò immediato il terzo ceffone e mio padre non finiva mai di scusarsi col vigile.
Incominciai così la mia vita scolastica il giorno….dopo !!
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