Marc Chagall : Storia di una TWE 700 Maerklin

Cosacca

Marc Chagall : Storia di una TWE 700 Maerklin

(a cura di P.G.)

gatto stivali

Io credo che gli oggetti possano avere un’ anima … e delle storie da raccontare….

Soltanto che , al giorno d’ oggi forse a volte  non siamo più capaci di ascoltare , non abbiamo  la pazienza di capire quello che essi vogliono dirci….

Keep Calm

Questa è la mia TWE 700 Maerklin e questa è la sua storia .

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Nel 1935 la casa di  Göppingen  decise di seguire l’ esempio di Bing e Bub  e , praticamente nello stesso tempo dell’ allora concorrente Trix , propose al mercato  una gamma di trenini in scala 00 , definendola allora “ Tischbahn “( ferrovia da tavolo ) …

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… oppure Miniaturbahn…

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Già nel ’36 essa era in vendita in Francia , Inghilterra e perfino negli Stati Uniti

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Senza dubbio una delle prime Tischbahn ad arrivare in Italia   fu  quella del piccolo Johst  , il figlio di quello che allora veniva chiamato il “ Delegato Reichbahn in Italia “  di stanza con la famiglia a Verona ,

Giulietta e Romeo

città che tradizionalmente ha ospitato , fin dalla metà del XIX secolo , una delegazione ferroviaria d’ oltralpe  .

Nel ’36 Johst  aveva sette anni  quando il padre gli portò in regalo da Francoforte  un trenino costituito da una locomotiva R 700 ed alcuni vagoncini ,  poi la sua gamma di rotabili s’ ingrandì e , nel 1937 , arrivò sui suoi binari anche  la TWE 700 .

Nell’ appartamento sottostante quello di Johst  abitava un altro bambino , Cesare , suo intimo amico , coetaneo e compagno di scuola , figlio di un funzionario delle FS ,  e che più tardi io ben conobbi .

giochi 2 amici

La passione del piccolo Cesare erano i nuovi rotabili arrivati da poco sui binari veronesi , le così-dette Littorine .

Esse rappresentavano il futuro , la novità , il progresso : costruite dalla FIAT ….

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… o dalla Breda , come questo esemplare delle FTV….

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…esse prendevano in carico sia treni locali su linee secondarie , che treni rapidi sulle linee principali .

Quando giocava con Johst  e la sua ferrovia in miniatura….

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…. egli era affascinato in modo particolare dalla moderna automotrice rossa e gialla che correva sui binari  del suo amico ….

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Poi arrivò la guerra e nel ‘ 45 Johst e la sua famiglia dovettero lasciare in fretta e furia Verona per rientrare in patria . L’ addio tra i due ragazzi , allora sedicenni  , fu straziante

addio straziante

e  Johst  , prima di partire consegnò  la sua TWE 700 a Cesare come regalo d’ addio .

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Per alcuni anni l’ automotrice rimase nascosta nell’ armadio del ragazzo : negli anni dell’ immediato dopo-guerra era preferibile , nel clima non certo filo-germanico di allora , che nessuno la vedesse e che nessuno sapesse che aveva ricevuto un regalo tedesco da un ragazzo tedesco .

Nel ‘ 47 , per i suoi diciotto anni , Cesare chiese come regalo a suo padre una Aln 772 Conti rossa e blu con relativi binari e trasformatore…..

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Chissà perché in quegli anni tutte le automotrici in scala OO erano free-lance : la 772 Conti  derivava dalle elettromotrici di allora e aveva ben poco da vedere con l’ Aln 772 delle FS ….

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 Malgrado ciò, agli occhi di Cesare ,  e rispetto alla contemporanea  AN  1 Rivarossi….

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…. che assomigliava un po’ di più alle Aln 56 Breda , essa era in metallo , con i finestrini traforati  ed aveva un’ aria più solida e massiccia .

Mahori

Fu solo cinque anni più tardi che , resosi indipendente con un alloggio tutto suo , egli si decise a  tirar fuori la piccola Maerklin che andò quindi a raggiungere la Aln 772 Conti sui suoi binari….

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… anche se con l’ impossibilità di funzionare contemporaneamente viste le differenti tecniche di alimentazione ….

Da allora le due automotrici hanno vissuto insieme , prima a casa di Cesare ,

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poi , dopo la sua prematura scomparsa molti anni or sono , a casa mia …

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…mute testimoni di una storia di amicizia tra due ragazzi e di rapporti complessi tra due popoli  europei  .

IT Deut

 Johst ,  che da anni non si è più interessato  di ferrovie , ma che dalla fine degli anni ‘ 50 aveva ripreso contatto con Cesare , vive  tuttora nei pressi di Francoforte ed è ben contento che la TWE 700 che possedette da bambino sia ora in mano mia .

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Le TWE 700 sono dei modelli free-lance ,

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come tutta la serie 700 , a parte la HR 700 ( BR 01 ) e stranamente , come la corrispondente versione in scala O dello stesso costruttore , non riproducono alcuna automotrice tedesca dell’ epoca ,

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mentre delle vaghe somiglianze si possono trovare con le automotrici Renault degli anni ‘ 30…

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… e forse un po’ con il frontale di certi treni aerodinamici americani …

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Esse sono realizzate interamente in latta , a parte il corpo del carrello motore in zamak .

Sono state verniciate con l’ uso di mascherine e le scritte sono ottenute tramite decalcomanie .

Solo alcuni degli ultimi pezzi , assemblati nel ‘ 45 con parti prodotte prima della guerra , furono verniciati in modo più grossolano

mani verniciate e le scritte furono , in mancanza di decalcomanie , realizzate a mano  e non , come dice erroneamente il Koll’s , stampate .

Le ruote motrici , a raggi traforati , sono quasi sempre rosse , eccetto per alcuni esemplari venduti in Francia che hanno le ruote nere .

Le ruote dei carrelli portanti sono in genere in acciaio tornito e non verniciato , pare che alcune abbiano ruote in zamak , ma , personalmente , non ne ho mai viste .

La versione più conosciuta è quella rosso / giallo-crema prodotta dal ’37 al ’40 …..

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… salvo i pochi esemplari assemblati nel ‘45 …

Più rara è la versione blu ,

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annunciata nel ’37 , ma messa effettivamente in vendita nel ‘38 e venduta fino al ’40…..

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….come pure la versione “ elettrica  ” rossa

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che adotta il pantografo del locomotore RS 700…

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Nelle immagini che seguono

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la piccola TWE 700 protagonista della nostra storia

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è ripresa in compagnia delle sue due sorelle .  

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Esse hanno in comune lo stesso carrello motore , ancorato al tetto tramite un perno filettato ed un dado a cupola .

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Da notare le due lampadine per l’ illuminazione interna  .

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Sono ancora quelle originali , con filamento a carbone ed attacco a vite a nove spire , montate qui su portalampade a sette spire  ( su altri esemplari i portalampade sono a nove spire ).

spirale

L’ alimentazione elettrica dalla rotaia centrale avviene tramite i contatti striscianti “ a cucchiaio “ tipici della serie 700 .

L’ inversione di marcia è manuale , tramite una levetta sporgente da una fessura sul tetto  , che agisce su di una basetta in bakelite raccordata con un connettore a tre poli ai capi dei due avvolgimenti delle bobine induttrici .

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Tuttavia già nel ’37 viene proposta  ( qui  in un dépliant in lingua francese ) “ un’ inversione di marcia automatica “ , mediante inserimento sulla basetta stessa , al posto del commutatore manuale , di un raddrizzatore al selenio ….

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…accessorio complementare ad esso  ed  indispensabile è un raddrizzatore / invertitore

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da collegare in uscita dal trasformatore .

In tal modo i rotabili vengono praticamente convertiti  al funzionamento in corrente continua e l’ inversione di marcia avviene mediante inversione della polarità .

Questo sistema semplice ed astuto permette l’ uso contemporaneo sullo stesso binario di mortici ad inversione manuale ed “ automatica “, ma non delle successive locomotive della serie 800 munite di relais a sovratensione .

Nelle due foto conclusive le “nostre “ TWE 700  Maerklin  e Aln 772 Conti

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sono in buona compagnia di altre due  veterane  : una AN1 Rivarossi in livrea blu del ‘50 e una 20/58 Trix del ’37 .

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ed ora Marc Chagall

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(@8 Dicembre 2015)