Il Re e la Regina
Accostamento di un’opera su rotaie di Conti e PVZ con la scultura in bronzo “Il Re e la Regina” di Maurizio D’Agostini
(per gentile concessione di P.G.)
Altri Re e Regine
Le E 428 in scala HO / OO dagli anni ’40 agli anni ‘ 60
Le E 428 furono costruite al vero a partire dagli anni ’30 in quattro serie . Progettate per il traino dei treni veloci , regnarono indisturbate al vertice del parco FS fino all’ avvento degli E 646 negli anni ’60 , poi furono progressivamente relegate a servizi minori .
Esse appartengono alla famiglia europea delle macchine elettriche a quattro grandi ruote motrici e carrelli portanti a due assi , che prestarono servizio soprattutto in Francia
e in Italia .
In Francia la famiglia delle così dette “ 2D2” ebbe numerose varianti , riprodotte in scala HO negli anni ‘ 50 da diversi fabbricanti come
JEP
e Allard
Tornando alla E 428 , la prima riproduzione in scala di questa maestosa locomotiva compare nell’immediato dopo-guerra ad opera di PVZ , che ne realizza un modello della 3a serie delle FS , detta anche “ semi-aerodinamica “.
Del resto è curioso il fatto che , fino al 1966, tutti i modelli realizzati appartengano alla serie “ semi-aerodinamica “.
Il modello PVZ , in scala piuttosto abbondante , è interamente metallico con parti in acciaio , bronzo , zamak e ottone . Viene prodotto in due versioni
che differiscono per alcuni particolari della carrozzeria , per i pantografi , il telaio e la motorizzazione .
La foto presa da sotto
mostra le differenze più importanti tra le due versioni :
– Nella prima il motore trasmette il moto ai quattro assi tramite bielle( Eh si !! …Proprio come nei “trifase” FS ) , gli assi sono fissati ad un unico telaio , non hanno spostamenti laterali e , per permettere la circolazione in curva , i due centrali non hanno bordino .
– Nella seconda i due carrelli sono montati su perni , possono ruotare ed uno solo è motore con trasmissione del moto tramite ingranaggi . Tutte le ruote hanno il bordino .
Il 428 PVZ fu proposto anche in un set con sei splendidi carri merci a carrelli in lamierino , cosa strana , dato che all’ epoca al vero questa locomotiva trainava quasi esclusivamente treni passeggeri….
Il 428 Rivarossi compare per la prima volta nel catalogo novità del 1960 con la referenza Le 428/R .
Contrariamente all’ immagine del catalogo , la prima versione è priva di scalette di accesso alle cabine e di lamiere frangi-vento tra i frontali della cassa ed il telaio . E’ dotato di pantografi in lamierino stampato rossi a semplice strisciante , gli stessi adottati per la prima volta l’ anno precedente sui 626 serie collezionisti .
Seguendo la tradizione iniziata con il 626 , le targhette laterali che , al vero , portano il nome del costruttore, recano la scritta “Rivarossi“
Nel primo anno di produzione la colorazione della cassa subisce variazioni nella tonalità del color “isabella“, come veniva allora definito
Nel 1961 la locomotiva riceve scalette e lamierini frangi-vento , nel 1966 i pantografi “tipo 52” neri .
Nel 1966 vede la luce il 428 di prima serie con avancorpi ma bisognerà attendere gli anni ‘ 70 per la quarta serie con testate aerodinamiche
Nel 1960 compare sul mercato anche il 428 Fleischmann
Interamente metallico , con rodiggio articolato in quattro carrelli , contrariamente al modello Rivarossi, è privo di semi-telai . La motorizzazione è ottima , in linea con la tradizione Fleischmann .
Viene prodotto fino al 1971 in quattro versioni :
– 1a versione
: cassa color bruno scuro , ruote brune , pantografi nichelati a strisciante semplice
– 2a versione
: come sopra , ma cassa color “ isabella”
– 3a versione : cassa di tonalità più opaca , ruote rosse , tergicristalli ai finestrini
– 4a versione : cassa di tonalità più chiara , vari particolari aggiunti , ruote rosse , pantografi bruniti a doppio strisciante .
Nel 1960 Treni Favero annuncia il suo 428 , consegnato probabilmente nel 1961 , con sovrastruttura che copia il modello Rivarossi , errori compresi…. La meccanica è invece ben diversa , con trazione su di un solo asse.
Viene prodotto in due versioni , che differiscono per alcuni dettagli , ganci , pantografi e la parte inferiore dei carrelli .
Le Riproduzioni in scala HO/OO della 685 FS negli anni ’50 e ‘60
Costruite al vero a partire dal 1912 , le 685 inglobarono negli anni ’20 le 680 trasformate e , fino agli anni ’60 , prestarono servizio sulle principali linee italiane . Furono locomotive veloci ed economiche , dalle buone prestazioni che le resero versatili ed apprezzate .
La prima riproduzione di questa locomotiva in scala 00 , per la verità piuttosto “ abbondante”
è il modello Conti
Costruita a partire dal 1950 in pochi esemplari usando stampi di fusione per colata è un “giocattolo” ricco di fascino che , nella sua riproduzione piuttosto approssimata del prototipo , esprime bene l’ eleganza e la sensazione di potenza della macchina originale .
La meccanica è costituita da una cascata di ingranaggi supportati dal telaio in acciaio , le bielle sono in alluminio , le ruote centrali hanno un bordino ridotto o mancano di bordino per facilitare l’ iscrizione in curva .
I particolari aggiunti quali catenelle , attrezzi per il fuoco e la riproduzione dell’ interno cabina aumentano ulteriormente il fascino di questa locomotiva .
Per chi volesse saperne di più , rimandiamo all’ ottimo libro e alle dispense dell’ amico Carlo Costamagna.
La vendita di questa locomotiva cessa verso il 1953 : all’ epoca essa costa una vera fortuna e i negozi la ordinano espressamente solo su precisa richiesta di pochi clienti facoltosi .
Si deve attendere fino al 1959 per avere un’ altra riproduzione della 685 in scala HO .
La ditta artigianale Tarvisium propone una 685 in scala 1:87 quasi esatta , prodotta in una cinquantina di esemplari
Interamente metallica , con tender da 22 mc , motore in caldaia , ruote motrici Romford , ruote portanti e carrelli tender Rivarossi . Il biellismo è probabilmente opera di FISMIL srl , lo stesso fornitore di Rivarossi .
E’ un modello molto bello per l’ epoca , peccato che le ruote del carrello posteriore e del tender abbiano tutti quei raggi !!…
Nel 1963 arriva nei negozi il modello Fleischmann ,
prodotto fino al ’66 in due versioni che differiscono tra loro per la linea rossa lungo il praticabile e le scritte sul retro del tender La locomotiva è interamente metallica , il tender in plastica , la meccanica è quella classica della casa , robusta ed affidabile . Del tutto inesatto il numero dei raggi delle ruote e criticabile la soluzione di tagliare orizzontalmente la traversa anteriore , rendendone la parte inferiore , che supporta il gancio , solidale al carrello . Anche i fari anteriori , non rispondenti alla realtà , sono alloggiati ai piedi della camera fumo ed illuminati da una lampadina all’ interno della caldaia .
Malgrado ciò anche la 685 Fleischmann ha il suo fascino , è pesante , robusta , è uno di quelle macchine che fanno piacere ad essere tenute in mano senza paura di rovinarle….
Annunciata nel 1963 , nel ’64 Rivarossi mette in commercio la sua prima 685, in scala 1:80. Si tratta di una S 685, derivata al vero da una 680 . La scelta di tale versione è probabilmente dettata dal fatto di poter usare realisticamente il tender da 29 mc della 691 ( del resto già usato per le ultime L 221/R e la 740 ) , la possibilità di produrre successivamente anche la 680 , il biellismo semplificato e poco costoso .
La locomotiva ed il tender hanno telaio metallico e sovrastruttura in plastica , il motore è in cabina , il telaio possiede una leva che avrebbe dovuto azionare un dispositivo per il fumo che non viene poi mai adottato .
Il modello subisce lievi modifiche durante gli anni ’60 , poi , a partire dagli anni ’70, arrivano altre versioni che non sono l’ oggetto di questo articolo , compreso il prototipo a turbina .
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(@ 6 Marzo 2015)