Mark Twain – Il Principe e il Povero : due 910 Conti e storia di un restauro
(a cura di P.G.)
La storia delle due 910 Conti che sto per raccontarvi presenta molte analogie con il celebre scritto “ Il Principe e il Povero “ , di Mark Twain .
Come Edouard e Tom , i protagonisti del racconto , anch’ esse sono quasi coetanee , si assomigliano molto ed hanno avuto vicissitudini di vita diverse per poi ritrovarsi insieme prima nelle mani del mio amico Mario , il titolare di questo sito ,
poi nella mia collezione…
Bisogna innanzi tutto dire che queste due 910 sono ad oggi i due unici esemplari conosciuti recensiti da Mario , il che , naturalmente non ne esclude la possibile esistenza di altri .
Se qualche altro appassionato dovesse essere in possesso di una 910 sarebbe interessante saperlo , poterla esaminare o almeno averne una fotografia .
Dapprima dunque vi presento il Principe .
Il Principe , questa bellissima 910 Conti , che si pavoneggia nel suo principesco mantello nero , altri non è che l’ esemplare che è stato riprodotto in foto sul libro di Carlo Costamagna .
E’ arrivata indenne ai nostri giorni , è stata sempre conservata con cura, è in perfetto ordine di marcia .
Marchiata “FS” e “ 910 “ sulle traverse d’ estremità , è dotata di ruote in bronzo a raggi non traforati …..
… Possiede corrimani laterali sul bordo delle casse d’ acqua e per l’ accesso alla cabina …
…. Ha una bella
livrea nero-lucida ….
Il suo biellismo , derivato da quello della 290 , è dotato di bielle motrici e bielle d’ accoppiamento….
E’ dotata del sistema d’ inversione di marcia Conti dell’ epoca , con funzionamento a tre rotaie isolate.
Le ruote di destra sono a massa col telaio , quelle di sinistra , i relativi contatti a fungo e quelli per la rotaia centrale sono isolati .
La cassa è provvista di due zavorre in piombo che le conferiscono una buona aderenza al binario ed una discreta forza di trazione .
Il Povero
invece è un apprezzatissimo regalo di Mario , il suo “ Brutto Anatroccolo “ ,
che ha reperito ed acquisito qualche tempo fa in cattive condizioni ….
Analogamente a Tom , il Povero del racconto , anche la mia locomotiva doveva aver vissuto a lungo in un ambiente poco adatto per la sua salute
ed aver subito qualche maltrattamento….
…Prima di arrivare sul mio banco di lavoro il suo telaio aveva avuto un primo intervento per renderla funzionante…
…. Niente male , solo che le ruote isolate erano state rimontate sugli assi usando , in luogo delle boccole isolanti mancanti ,
dei tappi in plastica per penne a sfera …
I due panconi sono provvisti delle scritte “ FS” e “ 910 “ , solo che , rispetto al Principe , sono invertite .
La locomotiva era comunque completa a parte la mancanza delle bielle e delle boccole isolate delle ruote.
Questa macchina rappresentava dunque una sfida non da poco :
“ ….Sarebbe riuscito il Povero a sedere degnamente accanto al Principe come Tom accanto ad Edouard nello scritto di Mark Twain…?….”….
Per prima cosa il numero seriale di questa locomotiva , come anche quello dell’ altra 910 , del Principe , risultava illeggibile .
Per recuperarlo ho chiesto consiglio ad un amico , esperto restauratore di quadri antichi e di palinsesti.
E’ così che il Povero ha avuto modo di visitare per la prima volta il laboratorio di analisi dei materiali di una grande azienda ….
…Questo non cercatelo nello scritto di Mark Twain , Tom non è mai stato in un laboratorio analisi materiali …!! ..
Qui , con l’ aiuto dell’ amico restauratore , del responsabile della struttura e l’ uso estremamente cauto di appositi reagenti è riapparso ed è stato fotografato
alla luce ultravioletta il numero 643…. prima illeggibile .
L’ ultima cifra ha richiesto un test supplementare , al primo tentativo era rimasta illeggibile .
Il numero seriale 6436 fa presumere che il Povero sia stato prodotto nel novembre del ’51 , poco prima del Principe che, con lo stesso procedimento
ha rivelato il n° 6743…
….attribuibile al dicembre dello stesso anno .
L’ esame di laboratorio sulla vernice delle due macchine ha confermato che entrambe risalgono al periodo ’51-’52 e sono quindi entrambe originali , impossibile tuttavia, data la tolleranza su tal tipo di misura , determinare qual’ è la più vecchia .
Il Principe è stato verniciato con smalto nero lucido a base di acquaragia poi ricotto , il Povero con vernice nitro satinata e non ricotta .
Entrambe , prima della verniciatura in nero , hanno avuto almeno due mani di fondo grigio .
Ho deciso dunque di decapare parzialmente il Povero , conservando il più possibile parti delle vernici originali e di riverniciarlo esattamente secondo la tecnica di origine .
La superfice della fusione è piuttosto irregolare e rugosa ,
probabilmente si tratta di uno dei primi pezzi prodotti da Conti con la tecnica della pressofusione .
Questo rende un po’ rugosa anche la vernice , malgrado le due mani di fondo , ma anche in origine essa doveva essere così .
Una parte delle “ chiodature” sulla parte anteriore della cassa d’ acqua sinistra era andata perduta a causa di fenomeni di corrosione ed è stata pazientemente rifatta con minuscole gocce di colla a due componenti
depositate con la punta di uno spillo dopo aver pulito , stuccato , levigato e dato una prima mano di smalto alla superfice sottostante .
Esteticamente avrei preferito dotare anche il Povero
come il Principe di un mantello nero lucido , ma il Povero in origine non era così ,
dunque ho voluto riportarlo esattamente com’ era …..
Non so per quale ragione Conti all’ epoca usasse quasi nello stesso tempo vernici brillanti ed altre satinate , tuttavia questo si ritrova regolarmente anche su esemplari di 290 e 835 della stessa marca .
Tre altre caratteristiche contraddistinguono questa locomotiva rispetto al Principe .
La prima è l’ assenza di corrimani riportati ; mancano anche i fori per i supporti , quindi è da supporre che la prima versione di questa locomotiva non li abbia mai posseduti .
Probabilmente i piccoli ferrovieri in scala OO hanno dovuto a suo tempo protestare per l’ assenza di corrimani e ne hanno richiesto l’ imposizione da parte delle autorità competenti in materia di anti-infortunistica….
La seconda riguarda i respingenti , quelli del Povero sono più grossi e cilindrici .
La terza è l’ assenza della biella d’ accoppiamento tra le ruote motrici , cosa suffragata dal fatto che i fori delle ruote anteriori , teoricamente destinati alle viti delle bielle , non sono filettati .
Anche alcune 835 hanno questa stessa particolarità derivante probabilmente da uno scrupolo di fare delle economie , visto che la filettatura dei fori delle ruote era all’ epoca fatta a mano.
La costruzione di due nuove bielle , esattamente conformi alle originali, ha richiesto sei ore di lavoro alla fresa , alla lima , con finitura alla tela-smeriglio finissima da carrozziere.
Gli steli che scorrono nei fori del blocco cilindri sono in ottone , il ribattino è fatto al tornio egualmente in ottone , le bielle vere e proprie in alluminio.
Una volta finite , le parti in ottone sono state ossidate con liquido per brunire le armi , le parti in alluminio strofinate con grafite e spazzolate a lungo con uno spazzolino di ottone per conferire loro l’ aspetto consono all’ età del Povero ( 64 anni ).
Visto che i numeri seriali delle due locomotive risultano essere leggibili solo alla luce ultravioletta , ho rifatto due etichette usando , come Conti , una macchina da scrivere Remington ,
gentile prestito di un’ amica , e carta d’ archivio dell’ epoca.
Forma e caratteri sono esattamente identici agli originali .
Le boccole per fissare le ruote isolate agli assi sono state costruite al tornio in teflon .
I cavi elettrici non originali sono stati sostituiti con altri d’ epoca .
Anche le viti non originali sono state sostituite con altre originali Conti.
Ed ecco il risultato :
Il Principe
ed il Povero
sono qui
riuniti …..
…con
la loro Corte….
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Ed ora parliamo un attimo delle “ vere “ 910 .
Le sole locomotive vere che portano il N° di serie 910 sono quelle dell’ omonimo gruppo delle FS .
La 910 Conti è una locomotiva free-lance che ha in comune con la vera 910 FS solo il fatto di essere una loco-tender ….
Progettate nel 1903 dalla Rete Sicula subito prima del passaggio alle FS e costruite dall’ Ansaldo nel 1905 , le 54 locomotive di questo gruppo vennero quasi subito e quasi tutte concentrate a Milano e destinate ai servizi suburbani .
Il loro rodiggio simmetrico ne evitava la giratura ai capolinea e consentiva loro la stessa velocità massima di 75 Km/h nei due sensi .
La particolare forma delle casse d’ acqua sotto la caldaia conferiva a queste locomotive una silhouette inconfondibile e permetteva al macchinista una buona visibilità di linea .
I ferrovieri ricordano che aveva tendenza a dimenarsi come un’ oca sui binari quando era allo spunto di treni pesanti….
Si , parlavano di un’ oca , non un di brutto anatroccolo …!!…
La 910 001 è conservata nel museo di Pietrarsa .
Questa locomotiva non è mai stata presa in considerazione dai grandi costruttori di treni in miniatura in scala HO .
Il modello illustrato è un pezzo unico , interamente costruito in ottone , bronzo e acciaio al tornio e alla fresa ad eccezione del motore Anchoridge .
E’ composto di 1084 parti assemblate a mano ed ha richiesto 120 ore di lavoro .
Ma lasciamo parlare le fotografie ….
Ed ora scopriamo il racconto di Mark Twain
(@ 10 Settembre 2015)